Monthly Archives: dicembre 2015

Atterraggio di emergenza a Catania per volo diretto a Milano(decolla e perde la ruota)

Meridiana aereo MD82

 

 

 

 

 

CATANIA – Problema tecnico per un aereo Meridiana allo scalo aeroportuale di Fontanarossa. Una delle ruote del carrello si è danneggiata subito dopo il decollo. Il pilota è dovuto quindi tornare indietro ed effettuare un atterraggio di emergenza. Panico tra i 193 passeggeri del volo delle 9.30 diretto a Linate: ma non si è registrato nessun ferito. Ora saranno avviate le dovute indagini per capire la causa del problema tecnico. La notizia è stata confermata a LiveSicilia dai vertici della Sac, Società di Gestione dell’Aeroporto.

L’aeromobile è stato rimosso dai mezzi di soccorso: le attività sulla pista hanno creato qualche ritardo per il decollo e atterraggio di alcuni voli. L’aeroporto è tornato regolarmente operativo intorno alle 10.30.

La ruota durante la fase di decollo dall’aeroporto di Catania,  è caduta sulla spiaggia della Plaia, affollatissima d’estate ma per fortuna deserta d’inverno

 

UNA torta preparata da un pasticcere calabrese per festeggiare il compleanno di Papa Francesco.

torta papa

Il Pontefice ha trascorso il suo 79esimo compleanno con i ragazzi di Azione Cattolica.

A loro il Papa ha chiesto: «Se voi avete due caramelle e tu hai accanto a te il tuo amico o la tua amica che non ne ha, cosa fai? Cosa fate?». Uno dei piccoli gli ha risposto: «Gliene dono una». «Gliela date. E se voi avete una caramella e lui niente, cosa fate?».

Un altro bimbo allora ha replicato: «A metà!». «La metà! Va bene! Vai avanti così», ha commentato il Papa che ha poi confidato ai piccoli dell’Acr: «Ieri nell’udienza mi è stato presentato dai genitori un bambino di colore, un bambino che avrà cinque mesi, e mi hanno detto: “E’ nato sul barcone al largo della Sicilia”. Tanti bambini riescono ad arrivare, altri no. E tutto quello che voi farete per questa gente è buono, grazie di farlo».

A pranzo, poi, il personale della Domus Santa Marta ha voluto donare al Papa una seconda torta, stavolta al limone ma a scarso contenuto di zuccheri, fatta preparare da un pasticciere calabrese che ha il suo negozio in Borgo Pio. Migliaia i messaggi di auguri, tra cui quello di Mattarella che ha sottolineato la valenza etica del messaggio di Francesco per il Giubileo della Misericordia. Per il resto quello di Bergoglio è stata una normale giornata di lavoro, iniziata ricevendo le credenziali dei nuovi ambasciatori presso la Santa Sede di Guinea, Lettonia, India e Bahrein. continua……..

articolo originale

Spezzatino con mele e radicchio

spezz1
Ingredienti.: (per 2 persone)
gr. 700 di spezzatino di manzo
2 mele Golden
2 radicchi (tipo lungo)
1/2 cipolla
2 cucchiaini di paprika dolce
2 cucchiaini di paprika forte
2 cucchiai rasi di dado granulare classico senza glutammato Skaj’s
olio extravergine di oliva
vino bianco secco
spezz2
Preparazione:

Pulite, tagliate il radicchio a listarelle, lavatelo e scolatelo. Sbicciate le mele e tagliatele a dadini. Tagliate a pezzettini la cipolla. In una casseruola a bordi alti soffriggete la cipolla con le mele per qualche minuto, unite il redicchio e cuocete finchè non si sarà “ammosciato”. Aggiungete lo spezzatino e fate cuocere finchè tutto l’eventuale liquido che rilascerà la carne sarà evaporato e vedrete che inizierà a colorirsi; a questo punto sfumate con un pò di vino e attendete che sia del tutto evaporato. Versate 1 litro di brodo (io acqua bollente + dado granulare) e i cucchiaini di paprika. Mescolate bene, coprite tenendo il coperchio semi aperto, utilizzando un mestolo e cuocete per circa 2 ore a fuoco medio/basso finchè sarà cotto e ristretto ma non completamente asciutto, altrimenti che scarpetta fate?

Facebook, presto sapremo quando un contatto sta scrivendo un commento

 

 

 

 

 

 

 



Facebook, la nuova funzionalità è già in fase di test su alcuni account

Facebook, presto saremo in grado di vedere in tempo reale se uno dei nostri contatti sta scrivendo un commento sotto un nostro post.

Il gigante del social, dopo aver acquistato anche WhatsApp, il servizio di messaggistica instantanea più utilizzato al mondo,  cerca in tutti i modi di far rassomigliare le due piattaforme. L’obiettivo sembrerebbe quello di fidelizzare l’utente inserendo nell’uno e nell’altro servizio le feature più apprezzate. Probabilmente questo non è il metodo più corretto per attirare gli utenti, almeno a mio avviso. La privacy, elemento essenziale che ormai si è perso fra un “like” ed un “ultimo accesso alle…”, sta per svanire definitivamente  grazie alle continue implementazioni all’interno dei social network. Per spiegare meglio la questione basta esaminare l’ultima novità di Facebook.

 

Natale con la Luna Piena, non accadeva dal 1977

luna piena Natale

Luna piena la notte di Natale. Non accadeva dal 1977. Un’occasione da non perdere visto che la prossima volta accadrà nel 2034. Una concomitanza talmente rara che, facendo due calcoli, dal 1900 al 2099 si è verificata e si verificherà per sole otto volte.

Molti di noi sono cresciuti con l’immagine della slitta di Babbo Natale che si staglia con una luna immensa sullo sfondo. Bene, probabilmente la magica atmosfera natalizia di questo 2015 ci donerà un regalo in più da ammirare. La luna piena di Natale, ovviamente, non ha una portata scientifica di rilievo. Nel senso che a renderla speciale non è il fenomeno in sé, quanto la notte in cui illuminerà i nostri cieli.

Quel che di astronomico va segnalato è il passaggio della cometa Catalina. Come ogni Natale che si rispetti, infatti, anche questo non poteva deludere le aspettative ma, soprattutto, la tradizione. Tuttavia, il chiarore del nostro satellite potrebbe comprometterne la visione.

Nel corso dei giorni antecedenti il plenilunio, quindi già dal 23 dicembre, la Luna incrocerà la Aldebaran, una stella appartenente alla costellazione del Toro nonché la quattordicesima più luminosa del cielo notturno. Un fenomeno che si è già verificato alla fine dello scorso mese di ottobre. Si tratta di una gigante arancione, 500 volte più luminosa del nostro Sole e distante dalla Terra 65 anni luce. Uno spettacolo, quindi, davvero da non perdere.

Il momento cruciale del plenilunio sarà purtroppo in pieno giorno, ovvero alle 12:15 del giorno di Natale. Tuttavia, già la sera della vigilia in nostro satellite sarà ben visibile e suggestivo. Come abbiamo anticipato, infatti, l’ultima volta è accaduto nel 1977. Ad ogni modo, chi non vuole pazientare 23 anni per la prossima coincidenza, non dovrà far altro che lasciare il cenone natalizio per un spettacolo decisamente più affascinante.

fonte:qui

Usano facebook, ma non comprendono la realtà, i nuovi analfabeti!

Analfabetismi di vario tipo

Un analfabeta non è più solo una persona che mette una X al posto del suo nome, ma come ci ha ricordato l’OCSE pochi giorni fa, è anche una persona che sa scrivere il suo nome e che magari aggiorna il suo status su Facebook, ma che non è capace “di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”.
Certo, sono due analfabetismi diversi: quello di secondo tipo si chiama analfabetismo funzionale e riguarda quasi 3 italiani su 10, il dato più alto in Europa.

Un analfabeta funzionale, apparentemente, non deve chiedere aiuto a nessuno, come invece succedeva una volta, quando esisteva una vera e propria professione – lo scrivano – per indicare le persone che, a pagamento, leggevano e scrivevano le lettere per i parenti lontani.
Un analfabeta funzionale, però, anche se apparentemente autonomo, non capisce i termini di una polizza assicurativa, non comprende il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano, non è capace di riassumere e di appassionarsi ad un testo scritto, non è in grado di interpretare un grafico.
Non è capace, quindi, di leggere e comprendere la società complessa nella quale si trova a vivere.

Tre italiani su 10, ci dice l‘OCSE, si informano (o non si informano), votano (o non votano), lavorano (o non lavorano), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge la complessità, ma che anche davanti ad un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale, lo spread) è capace di trarre solo una comprensione basilare.
Un analfabeta funzionale, quindi, traduce il mondo paragonandolo esclusivamente alle sue esperienze dirette (la crisi economica è soltanto la diminuzione del suo potere d’acquisto, la guerra in Ucraina è un problema solo se aumenta il prezzo del gas, il taglio delle tasse è giusto anche se corrisponde ad un taglio dei servizi pubblici…) e non è capace di costruire un’analisi che tenga conto anche delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, lontane per spazio o per tempo.

Sarà che forse sono un po’ analfabeta funzionale anche io, ma leggendo i dati dell’OCSE ho subito pensato ad un dialogo di qualche anno fa, tra me e una collega.
All’epoca ero una maestra della scuola primaria. Era una bella giornata di sole: io e la mia collega di italiano avevamo portato le classi in terrazza per la ricreazione e parlavamo del più e del meno. Ad un certo punto mi è venuto in mente di consigliare alla collega di italiano la lettura di un libro che avevo appena terminato e lei mi rispose, candidamente: Grazie, ma io non leggo libri.
Mai? chiesi.
Mai – rispose la collega – l’ultimo libro l’ho letto quando ho preso la maturità, perché dovevo portarlo all’esame. Non ho mica tempo, per leggere, e poi mi annoio.

Davanti ai dati dell’OCSE l’ex Ministro Carrozza si è affrettata a sottolinearne la drammaticità chiedendo una forte inversione di tendenza.
Ma, anche se all’allarme corrispondesse un reale investimento dell’attuale Governo – e, purtroppo, la storia recente ci porta a dubitarne – quale diga fermerà il crollo verticale della cultura degli italiani, se a chi ci deve rappresentare e a chi ci deve insegnare non si impone di essere più preparato, e non meno preparato, del proprio popolo, dei propri impiegati, o della propria classe?
Non esiste cura, se i primi a rifiutare la complessità e l’approfondimento sono i nostri insegnanti, i nostri manager, i nostri politici.

La scuola italiana, da sempre fondata sul dogmatismo, ha visto annullate le proprie spinte verso un insegnamento diverso, riducendosi alla trasmissione di competenze inutili, perché si dimenticano il giorno dopo l’interrogazione, e che non insegnano a capire, ad analizzare, a criticare, a soppesare, a riassumere.
Era il 1974, quando Sergio Endrigo, ispirandosi a Gianni Rodari, incise su un disco questo prologo illuminante: Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio il 15 agosto del 1769. Il 22 ottobre del 1784 lasciò la scuola militare di Briennes con il grado di cadetto. Nel settembre del 1785 fu promosso sottotenente. Nel 1793 fu promosso generale, nel 1799 promosso primo console, nel 1804 si promosse imperatore. Nel 1805 si promosse re d’Italia. E chi non ricorderà tutte queste date, sarà bocciato!

Dal 1974 le cose, se possibile, sono generalmente peggiorate.
I parametri Invalsi – lo strumento Europeo per la valutazione delle competenze – sono diventati in fretta praticamente l’unica cosa che la scuola si preoccupa di insegnare, riducendo la lungimiranza dell’insegnamento alla verifica in programma, all’esame di fine anno.
Ma cosa rimane fuori da una scuola sdraiata sui parametri Invalsi (per i quali, in ogni caso, non brilliamo, come competenza, in particolar modo nel Sud Italia)?
Rimangono fuori proprio le competenze che fanno di una persona un cittadino attivo, e non un analfabeta funzionale: la capacità di scegliere un libro interessante, e di immergersi nella lettura, la scelta di comprare un quotidiano, la capacità di valutare le proposte economiche e politiche nella loro (grandissima) complessità.

Per rispondere all’allarme dell’OCSE questo paese deve ribaltare il concetto stesso di competenza.
Una scuola dogmatica è una scuola che respinge, e che insegna senza insegnare.
Una scuola che costruisce e valorizza le competenze, invece, è una scuola capace di accogliere, e di insegnare gli strumenti di comprensione del mondo.
Un analfabeta può anche imparare a memoria che Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio il 15 agosto del 1769, e che nel 1805 si promosse re d’Italia, ma non per questo avrà gli strumenti per accogliere ed analizzare la complessità della società in cui vive.
E anche lui, come i ragazzi che spesso la nostra scuola respinge – quelli che non vengono messi in grado neanche imparare le date a memoria – rischia di entrare a far parte di quel folto gruppo per i quali la guerra in Ucraina è un problema solo se aumenta la bolletta del gas.

Fonte http://www.wired.it/

Ecco 10 motivi perché non dovete usare le scarpe in casa.

Indossare le scarpe fuori casa fa parte delle nostre abitudini ma quante volte ci è capitato di utilizzarle mentre siamo dentro casa? Togliere le scarpe appena varcata la soglia dovrebbe essere principalmente sinonimo di pulizia e buona educazione. Spesso non ci viene in mente ma le suole delle nostre scarpe, a contatto con l’asfalto e la terra, raccolgono qualsiasi cosa possa finire per strada, dai rifiuti abbandonati, alle odiate cacche di cane, alla saliva di coloro che, purtroppo, sputano in giro. Questo discorso non è valido solo per chi entra nella propria dimora ma anche quando invita degli ospiti oppure quando siamo noi stessi gli ospiti. Un’idea semplice ma poco attuata è quella di avere delle pantofole da offrire a coloro che vengono a farci visita, per accoglierli facendoli sentire subito a proprio agio. 
Quali sono le principali motivazioni per cui è bene togliere le scarpe prima di entrare in casa? Te lo spieghiamo in questo articolo! Buona lettura! 

10)Una questione igienica: i batteri

Uno studio condotto dall’Università dell’Arizona ha scoperto che la suola e la parte esterna delle scarpe possono raccogliere oltre 400 mila batteri, tra cui sono stati trovati anche gli agenti patogeni che sono la causa di malattie come meningite, diarrea, polmonite, infezioni da tagli o ferite. Il nostro sistema immunitario, in condizioni di buona salute, è in grado di reagire agli attacchi esterni ma, nel caso si entrasse in casa di una persona ammalata o convalescente, è sempre meglio evitare di peggiorare le sue condizioni di salute.
Scopri le altre 9 BUONE RAGIONI per togliere le scarpe prima di entrare in casa,

9) Sostanze tossiche 

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L’Environmental Protection Agency ha potuto dimostrare che anche le sostanze tossiche possono finire sui nostri pavimenti (che riteniamo relativamente sicuri e igienizzati): ad esempio i residui degli erbicidi possono venire facilmente trasportati nei nostri salotti, in quantità superiore rispetto ai pesticidi presenti su frutta e verdura.

8) Sporcizia 

È quasi scontato: chi non si toglie le scarpe appena entrato in casa ha la sicurezza matematica che sta portando vera e propria sporcizia nel luogo in cui ci possono essere animali, bambini e adulti che si sdraiano per terra, giocano, si siedono, insomma vivono. Togliere le scarpe significa anche proteggere il tuo nido e non essere costretti a disinfettarlo e tirarlo a lucido tutti i giorni!

7) Usura di pavimenti e tappeti 

I tacchi rovinano il parquet, le dure suole delle scarpe consumano, alla lunga, i tappeti che in qualche anno saranno tanto brutti da doverli buttare. Le calzature, di qualsiasi tipo siano, lasciate accanto alla porta d’entrata sono, di nuovo, un’abitudine che porterà benefici economici, igienici e personali.

6) Comodità e confort 

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Quanto è bello levarsi le scarpe appena entrati dopo una lunga giornata di lavoro o di studio, una corsetta nel parco o qualche ora di shopping sfrenato? Non solo stiamo meglio fisicamente poiché liberiamo i nostri piedi dall’oppressione delle scarpe ma anche psicologicamente: questo gesto infatti sancisce l’inizio del momento del relax, del ritorno a casa e di tutto ciò che ne comporta: “Finalmente sono a casa, posso staccare la testa da tutto!”.

5) Rispetto per i condomini 

I vostri vicini non avranno di che lamentarsi se non camminate con i tacchi sul pavimento di legno alle sette del mattino, prima di uscire per andare in ufficio, o la sera a mezzanotte, prima di andare a ballare in discoteca. Indossate le scarpe appena prima di uscire ed eviterai fastidiose e inutili discussioni con gli altri inquilini del palazzo.

4) Previeni i piedi piatti 

È stato provato da recenti studi che coloro che abitualmente vanno in giro per casa scalzi hanno meno possibilità di andare incontro ad un caso di piedi piatti. Abbasso quelle mamme che gridano dietro ai propri figli di mettersi “quelle dannate ciabatte!”. Libera i tuoi piedi dalle babbucce pelose o dalle infradito e lascia che vengano a contatto diretto o attraverso le calze con il pavimento: i bambini ne saranno entusiasti!

4) Salute dei piedi 

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Le scarpe costringono i piedi a stare nella stessa posizione tutto il giorno. Se cammini scalzo in casa aiuterai i tuoi piedi a mantenere i muscoli più forti e ad avere una maggiore flessibilità mentre si cammina.

2) Rispetto per gli oggetti 

Prendi l’abitudine di spazzolare le tue scarpe, una volta tolte a casa e di dedicare un po’ del tuo tempo alla cura di quegli oggetti che ci hanno protetto dalla strada sporca tutto il giorno. L’attenzione, il rispetto e la pulizia per le scarpe, ma anche per gli oggetti in generale, sono fondamentali affinché questi ultimi durino il più a lungo possibile e nelle migliori condizioni.

1) Esempio ai bambini

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Togliersi le scarpe entrando in casa, che sia la propria o quella altrui, è una regola e come tale va rispettata. È necessario insegnarla ai bambini sin da piccoli in modo che diventi un comportamento automatico anche quando cresceranno. Anche gli adulti però devono rispettarla, senza eccezioni: non ci sono pigrizia né scuse che tengano, se non abbiamo voglia facciamolo per dare il buon esempio.

fonte:qui<>

Come fare la neve finta in casa

Neve finta fai da te: un modo semplicissimo per realizzare in casa della neve finta da utilizzare in mille modi come le decorazioni delle vetrine, del presepe o sfere di polistirolo.

Usare i droni per salvare la vita

Ecco un video intenso che promuove questo drone-ambulanza, TU Delft, progettato da studenti universitari, per raggiungere le persone in difficoltà cardiache e prestare il primo soccorso. I tempi di risposta in casi di crisi cardiache possono essere infatti determinanti al fine di salvare una vita. Questo drone si ripiega e diventa una cassetta degli attrezzi per tutti i tipi di beni di prima necessità. Implementazioni future anche servire altri casi d’uso: annegamento, diabete, problemi respiratori e traumi.