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Pancetta di Calabria, buona dall’estate

La qualità del salume Dop deriva dai venti caldi disseccanti della regione che permettono la graduale stagionatura delle carni.

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Autore: arianna curcio (nexta)
La Pancetta di Calabria DOP è un prodotto di salumeria, salato e stagionato, ottenuto dal sottocostato inferiore di suini appartenenti alle razze tradizionali di taglia grande quali la Calabrese o la Large White e la Landrace Italiana.

LA TRADIZIONE Nel 1600 numerosi testi evidenziano l’uso di carne suina in Calabria. L’elaborazione della Pancetta di Calabria D.O.P. infatti avviene nella tradizionale zona di produzione della regione Calabria, con suini nati nel territorio calabro, oppure provenienti dalle regioni Basilicata, Sicilia, Puglia e Campania, purché entro il 4° mese siano trasferiti in Calabria, e quindi macellati e lavorati nello stesso territorio.

LA DENOMINAZIONE Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) riconosciuta con Reg. ne EU Reg.to CE n. 134 del 20.01.1998.

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LE CARATTERISTICHE La Pancetta di Calabria D.O.P. si presenta di forma rettangolare, con colore nella parte esterna rosso, evidenziato dalla presenza di polvere di peperoncino. Al taglio ha aspetto di colore roseo, con striature sottili, alternata di grasso e di magro. Al naso il profumo è intenso e naturale. Il sapore è deciso e caratteristico con buona sapidità.

LA PRODUZIONE La Pancetta di Calabria DOP viene ricavata dal sottocostato inferiore dei suini che, tagliato in forma rettangolare, si sottopone a salatura per un periodo che va dai quattro agli undici giorni. Successivamente viene lavato e bagnato con aceto di vino. A volte la parte esterna viene ricoperta con polvere di peperoncino.
La stagionatura, in locali con umidità e temperature controllate, è di almeno trenta giorni.

LA CULTURA L’uccisione del maiale è una festa. Ogni calabrese che pratica questo rito lo inserisce nel proprio calendario come una ricorrenza importante. Le carni del maiale garantivano la sopravvivenza di una famiglia media per un anno. Perciò questo animale è diventato sinonimo di ricchezza e opulenza. Adesso che i tempi sono cambiati, la ritualità ad esso associata è diventata uno dei modi più tradizionali per riunire famiglia ed amici.
Un piccolo viaggio nel tempo ci porta nel vibonese e ci fa scoprire come al tempo si praticava questo processo. L’intero rito dell’uccisione, della macellazione e della lavorazione delle carni durava tre giorni.

IN CUCINA Può essere consumata al naturale o appena scaldata insieme al pane salato, cotto nel forno a legna, tipico della tradizione locale. Si abbina molto bene alle fave fresche, nella pasta alla carbonara o alla amatriciana, o con legumi e polenta.

PRODOTTI TIPICI E RICETTE DAL GUSTO ITALIANO

LA RICETTA Pasta con zucchine e pancetta di Calabria. Ingredienti: 400 g di pasta; 2 zucchine medie; 200 g di pancetta di Calabria DOP; ½ bicchiere di vino bianco secco; sale e pepe qb; olio extravergine di oliva; aglio. Lavate e asciugate le zucchine, tagliatele a fette (preferibilmente a listarelle) non troppo sottili. Tagliate a listarelle anche la pancetta calabra e rosolatela in un padellino con un filo di olio. In una larga padella mettete qualche cucchiaio di olio e l’aglio, fatelo imbiondire a aggiungete le zucchine. Cuocete le zucchine qualche minuto e sfumate con vino bianco. Continuate la cottura per 5- 6 minuti fin quando non risultano cotte ma ancora sode, aggiungete la pancetta. Intanto cuocete la pasta in acqua salata, al dente. Scolate la pasta direttamente nella padella del condimento e mantecate aggiungendo qualche macinata di pepe.

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fonte:http://www.turismo.it

Mette la base della lattuga all’interno di un bicchieri, guardate il motivo…

Probabilmente in pochissimi sanno che esiste una grande quantità di ortaggi che possono essere “rigenerati” in casa, senza un particolare sforzo o particolari abilità. Uno di questi è proprio la lattuga. Se mettete la base della pianta in un bicchiere di acqua e posizionate il bicchiere in un luogo ben esposto, essa contiene in sé tutte le energie per ricreare delle foglie nuovissime. Non ci credete? Provare per credere. Guardate il video e lo vedrete voi stessi. Non si direbbe, ma a volte quello che sembra uno scarto può essere trasformato in una risorsa, basta dargli una seconda possibilità. Ecco alcune tra le piante che sono capaci di rigenerarsi: la cipolla, il porro, la lattuga romana, il cavolo cinese e il sedano.

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Ecco il trucco per evitare di avere dolore portando i tacchi alti

Tutti sanno che i tacchi alti rendono le donne più glamour. Ma molte donne rinunciano a questo tipo di calzatura a causa del dolore che possono provocare. Usare spesso queste scarpe può favorire l’insorgere di problemi alla colonna vertebrale.
Tutto questo non è un segreto ma la maggior parte delle donne, è disposta a fare questo sacrificio per apparire più affascinante.
Così abbiamo pensato di condividere con voi un trucco che vi permetterà di alleviare i fastidi legati all’utilizzo di queste scarpe.
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Ecco alcuni suggerimenti:
– Cercate di alternare tacchi alti e tacchi bassi durante la settimana.
– Imparate a camminare in tutta sicurezza sui tacchi. L’andatura è la chiave di tutto.
TRUCCO PER EVITARE IL DOLORE
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Per mettere in pratica questo trucco molto efficace, non bisogna fare molto.
Basta infatti un nastro adesivo trasparente, il colore è questione di gusti. Avvolgere il tero e il quarto dito, partendo dall’alluce. Dovete quindi unire il dito medio con quello che si trova accanto al mignolo con del nastro. In questo modo ridurrete il peso della parte anteriore del piede. Il risultato: nessun intorpidimento e dolore ai piedi. Fateci sapere se ha funzionato anche con voi.

fonte:qui<>

Un paese senza più marinai. L’armatore Onorato denuncia: “solo stranieri sulle nostre navi”

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Ogni tanto qualcuno di serio rompe il presepe buonista (e molto lucroso) installato a nostra spese da governi inetti e imprenditori spregiudicati. È il caso del trasporto marittimo italiano e di Confitarma, la confederazione degli armatori. Vincenzo Onorato, presidente  del gruppo Onorato (Moby e Tirrenia-Cin) in una lettera denuncia che Confitarma “oggi non difende più niente di italiano, ma solo gli interessi di un paio di gruppi armatoriali che navigano con mille bandiere e con marittimi non comunitari, pagati con una manciata di dollari al mese”.

“In meno di cinque anni la politica della Confederazione armatori porterà alla fine della bandiera italiana – sostiene Onorato -. L’estensione degli sgravi previsti per la bandiera italiana anche alle bandiere comunitarie, senza alcuna limitazione in caso di imbarco di marittimi extracomunitari, porterà alla perdita di circa 15.000 posti di lavoro, in una realtà, come quella del mezzogiorno d’Italia, già fortemente penalizzata dal punto di vista economico e sociale”.

“Di italiano resteranno solo le persone fisiche degli armatori che beneficeranno delle provvidenze dello stato italiano in materia di sgravi con bandiere estere e marittimi extracomunitari, ovvero il danno e la beffa!”, osserva l’armatore napoletano, puntualizzando che “noi Onorato, in questo contesto, siamo degli armatori eretici: 70 navi tutte bandiera italiana e 4.000 dipendenti tutti italiani”. “Non vogliamo partecipare a questo cosciente e cinico annullamento della bandiera e dell’occupazione marittima italiana. Già grandi gruppi italiani imbarcano marittimi extracomunitari sottopagati su tratte di cabotaggio. Noi ci dissociamo – conclude -, difendiamo la nostra tradizione armatoriale che vanta oltre cento anni di storia e i nostri marittimi italiani

Fonte: www.destra.it

 

La chiglia dell’Elettra di Guglielmo Marconi approda al Museo Tecnico Navale

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(di Marina Militare) 27/11/15

Una parte della chiglia di nave Elettra, lo yacht su cui Guglielmo Marconi effettuò straordinari esperimenti di radiotelegrafia, è arrivata questa settimana al Museo Tecnico Navale di La Spezia.

La chiglia era conservata nel parco di Villa Durazzo a Santa Margherita Ligure e l’amministrazione comunale ha concordato la consegna in comodato d’uso gratuito al Museo, che provvederà alla sua manutenzione straordinaria, grazie al supporto economico e tecnico di Promostudi.

Lo yacht fu costruito nei cantieri navali inglesi di Ramage & Ferguson, su disegno degli architetti londinesi Cox e King; fu varato nel 1904 per conto dell’Arciduca d’Austria Francesco Ferdinando, confiscato dal governo inglese nel corso della Prima Guerra Mondiale e messo all’asta nel 1919, venendo prima acquistato da un lord inglese e successivamente da Guglielmo Marconi che gli mise il nome Elettra.

Sull’Elettra, al comando dell’ufficiale di Marina Achille Lauro, lo scienziato dimorò spesso e volentieri, anche se l’utilizzo essenziale fu quello di uno straordinario laboratorio per esperimenti di radiotelegrafia.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, fu ormeggiata nel porto di Trieste e l’8 settembre furequisita dai tedeschi, che la trasformarono in nave ausiliaria; gli apparati dello scienziato furono recuperati e dati in custodia al Museo del Mare di Trieste.

L’8 gennaio del 1944 fu affondata da un sommergibile alleato al largo di Zara e quattro anni dopo il governo italiano ne chiese la restituzione alla Jugoslavia, che la riconsegnò nel 1960. Il relitto venne rimorchiato a Trieste e poi ormeggiato all’Arsenale di Venezia in attesa di un rispristino che non avvenne; lo yacht fu tagliato in più parti nel 1977 e i resti furono distribuiti nei siti a maggiore valenza marconiana: Pontecchio Marconi, Milano, Trieste, Santa Margherita Ligure, Fucino, Sidney, Venezia, Roma, senza considerare all’epoca che La Spezia vide le prime esperienze di Marconi fin dal 1897.

Grazie all’uso gratuito dei suoi brevetti, l’Arsenale di La Spezia fu infatti sede della nascita delle prime officine italiane di costruzioni radio e di scuole di addestramento del personale.

Allo scienziato e al suo legame con la Marina Militare è dedicato uno dei cinque musei della Forza Armata, la Sala Museale “Contrammiraglio Guglielmo Marconi”.

fonte:www.difesaonline.it

Consegnati attestati di encomio al personale del Corpo Forestale dello Stato che opera all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte

Sicilla (Reggio Calabria). Al “Centro Visita” del Parco d’Aspromonte di Scilla si è tenuta la cerimonia di premiazione del personale del Corpo Forestale dello Stato distintosi in operazioni di Protezione Civile, Soccorso Pubblico e Polizia Giudiziaria particolarmente importanti. I riconoscimenti sono stati conferiti con provvedimenti ufficiali dell’Ispettorato Generale del CFS e si riferiscono, in particolare, al tempestivo intervento per prestare soccorso ed evacuare circa 250 persone rimaste intrappolate nelle strutture di un camping completamente invaso dalle acque di un torrente straripato, alla ricerca e al ritrovamento di persone disperse all’interno del bosco o in località accidentate, all’individuazione e arresto di soggetti pregiudicati colti in flagranza di reato nell’atto di appiccare incendi boschivi, o di commettere altri reati in danno all’ambiente dalla coltivazione di cannabis all’antibracconaggio.
La cerimonia ha visto la presenza del Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino, del Direttore Tommaso Tedesco e dell’intero Consiglio dell’Ente composto da: Antonino Condelli, Santo Casile, Domenico Creazzo, Francesco Malara, Antonino Falcomatà, Roberto Sannino, Francesco Cannizzaro e Giuseppe Idà.
I vertici del Parco e i consiglieri hanno voluto inoltre consegnare al Coordinatore Territoriale del CFS Gerardo Pontecorvo e ai Comandanti delle sette stazioni forestali ricadenti nel territorio del Parco un attestato di benemerenza per “la costante e preziosa attività a tutela del territorio”.
La consegna dei riconoscimenti ha evidenziato la proficua sinergia tra Istituzioni, Ministero Politiche Agricole, Corpo Forestale dello Stato, Ente parco, Comuni, che è alla base per la conservazione e lo sviluppo del territorio protetto dell’Aspromonte che nell’ambito dell’istituenda Città Metropolitana costituisce un elemento di peculiarità nella realtà italiana.
fonte:www.newz.it

Vi piace stare a letto fino a tardi? Allora siete più brillanti e creativi. Parola di scienza

Chi dorme non piglia pesci, dice un famoso proverbio italiano. Ma la realtà sembra non essere questa.

Una ricerca dell’Università di Madrid, infatti, in un’analisi basata sui ritmi del sonno di circa 1000 studenti, ha dimostrato che chi si sveglia tardi (e quindi va a dormire tardi) ha ottenuto risultati migliori nei test di ragionamento induttivo rispetto ai mattinieri. Insomma: chi ama stare a letto la mattina sembrerebbe essere più intelligente. Questa è forse la notizia che tutti stavamo aspettando per giustificare al capo un nostro ritardo, per rimandare la sveglia di qualche minuto o semplicemente per spiegare alla mamma che per spronarci a prendere un buon voto non è necessario buttarci giù dal letto a suon di urla e aspirapolvere.

Ecco allora spiegati i motivi scientifici per cui chi si sveglia tardi è più sveglio e ingegnoso.

VIVETE A PIENO I MOMENTI DEL GIORNO IN CUI SIETE SVEGLI

Una ricerca belga pubblicata dall’Università di Liegi ha dimostrato che chi si sveglia più tardi ha un livello di produttività più alto durante tutto il corso della giornata. Lo studio ha seguito 15 super mattinieri e 15 nottambuli, misurando l’attività cerebrale immediatamente successiva al loro risveglio, e poi ancora 10 ore e mezza più tardi. Ciò che è emerso è che, se appena svegli nottambuli e mattinieri hanno lo stesso livello di produttività, 10 ore e mezza più tardi chi si sveglia prima presenta un livello d’attività inferiore in quelle aree del cervello legate all’attenzione. Insomma, chi ama svegliarsi presto raggiunge un livello di stanchezza più alto già dal pomeriggio.

LA VOSTRA CREATIVITA’ E’ SORPRENDENTE

Questa tesi è dimostrata da uno studio tutto italiano, proveniente dalla sede Milanese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e pubblicata anche sull’ABC Science. Nella ricerca è stato chiesto a 120 persone, tra uomini e donne di diversa età, quali fossero le loro abitudini in termini di sveglia al mattino. Agli intervistati, inoltre, è stato richiesto di svolgere alcune prove con lo scopo di misurare la loro creatività, valutata secondo criteri di originalità, elaborazione, fluidità e flessibilità. I risultati migliori? Quelli di coloro che si svegliano più tardi, incili a risolvere i problemi sviluppando soluzioni originali. Marina Giampietro, autrice dello studio e docente del dipartimento di Psicologia presso la stessa università, crede che il motivo di questa maggiore creatività sia da ricollegare al fatto che stare in piedi fino a tardi stimolerebbe lo sviluppo di uno spirito lontano dalle convenzioni e di una marcata abilità nel trovare soluzioni alternative e stravaganti.

Perciò, il tutto sta nella maniera in cui impiegate il vostro tempo: i mattinieri saranno più produttivi e sapranno sfruttare al meglio le ore della mattina per alcune delle loro attività, come la palestra o semplicemente raggiungere in anticipo il posto di lavoro. Ma i nottambuli sono coloro che sanno davvero tratte il meglio dalle ore notturne, il tempo giusto per creare e inventare qualcosa di nuovo.

SIETE PIU’ INTELLIGENTI

La rivista Study Magazine riporta uno studio di Satoshi Kanazawa, psicologo alla London School Of Economics And Political Science, il quale ha ammesso che il QI e le abitudini legate al sonno sono strettamente connessi tra loro. Kanazawa sottolinea che chi ama stare sveglio fino a tardi è più intelligente. La sua analisi prende anche in causa gli uomini primitivi, i quali erano soliti seguire il ciclo del sole, andando a letto soltanto quando il sole tramontava. La conclusione della ricerca è davvero interessante: i cervelli nella media (o sotto di essa) conservano abitudini simili a quelle dei nostri antenati, mentre coloro che presentano un QI superiore e che risultano più brillanti, sono quelli che conciliano il buio con le attività mentali, trovando numerosi stimoli anche durante le ore notturne e svegliandosi più tardi la mattina.

SIETE MENO STRESSATI E MOLTO PIU’ AVANTI RISPETTO AGLI ALTRI

Come in ogni cosa, tutto dipende da che punto di vista adottiamo: chi dorme fino a tardi perderà sicuramente le ore della mattina, ma i mattinieri dovranno rinunciare a qualche ora della notte. Resta il fatto che chi si sveglia tardi sarà di buon umore più a lungo: pare che i mattinieri, infatti, essendo occupati sin dalle prime ore della giornata e dovendo affrontare più preoccupazioni, si arrabbino con facilità e disperdano una quantità maggiore di energie. A sostegno di quanto detto, la BBC riporta lo studio di un gruppo di ricercatori di Westminster, che ha analizzato 8 volte al giorno per 2 giorni la saliva di 42 volontari con diverse abitudini legate al sonno. L’esame ha dimostrato che chi si sveglia prima ha un livello maggiore di cortisolo, conosciuto meglio come l’ormone dello stress. Di conseguenza, i mattinieri hanno riportato anche una maggiore predisposizione a sintomi del raffreddore, mal di testa e dolori muscolari.

Fonte: deejay.i