Daily Archives: 29 novembre 2015

Un paese senza più marinai. L’armatore Onorato denuncia: “solo stranieri sulle nostre navi”

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Ogni tanto qualcuno di serio rompe il presepe buonista (e molto lucroso) installato a nostra spese da governi inetti e imprenditori spregiudicati. È il caso del trasporto marittimo italiano e di Confitarma, la confederazione degli armatori. Vincenzo Onorato, presidente  del gruppo Onorato (Moby e Tirrenia-Cin) in una lettera denuncia che Confitarma “oggi non difende più niente di italiano, ma solo gli interessi di un paio di gruppi armatoriali che navigano con mille bandiere e con marittimi non comunitari, pagati con una manciata di dollari al mese”.

“In meno di cinque anni la politica della Confederazione armatori porterà alla fine della bandiera italiana – sostiene Onorato -. L’estensione degli sgravi previsti per la bandiera italiana anche alle bandiere comunitarie, senza alcuna limitazione in caso di imbarco di marittimi extracomunitari, porterà alla perdita di circa 15.000 posti di lavoro, in una realtà, come quella del mezzogiorno d’Italia, già fortemente penalizzata dal punto di vista economico e sociale”.

“Di italiano resteranno solo le persone fisiche degli armatori che beneficeranno delle provvidenze dello stato italiano in materia di sgravi con bandiere estere e marittimi extracomunitari, ovvero il danno e la beffa!”, osserva l’armatore napoletano, puntualizzando che “noi Onorato, in questo contesto, siamo degli armatori eretici: 70 navi tutte bandiera italiana e 4.000 dipendenti tutti italiani”. “Non vogliamo partecipare a questo cosciente e cinico annullamento della bandiera e dell’occupazione marittima italiana. Già grandi gruppi italiani imbarcano marittimi extracomunitari sottopagati su tratte di cabotaggio. Noi ci dissociamo – conclude -, difendiamo la nostra tradizione armatoriale che vanta oltre cento anni di storia e i nostri marittimi italiani

Fonte: www.destra.it

 

La chiglia dell’Elettra di Guglielmo Marconi approda al Museo Tecnico Navale

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(di Marina Militare) 27/11/15

Una parte della chiglia di nave Elettra, lo yacht su cui Guglielmo Marconi effettuò straordinari esperimenti di radiotelegrafia, è arrivata questa settimana al Museo Tecnico Navale di La Spezia.

La chiglia era conservata nel parco di Villa Durazzo a Santa Margherita Ligure e l’amministrazione comunale ha concordato la consegna in comodato d’uso gratuito al Museo, che provvederà alla sua manutenzione straordinaria, grazie al supporto economico e tecnico di Promostudi.

Lo yacht fu costruito nei cantieri navali inglesi di Ramage & Ferguson, su disegno degli architetti londinesi Cox e King; fu varato nel 1904 per conto dell’Arciduca d’Austria Francesco Ferdinando, confiscato dal governo inglese nel corso della Prima Guerra Mondiale e messo all’asta nel 1919, venendo prima acquistato da un lord inglese e successivamente da Guglielmo Marconi che gli mise il nome Elettra.

Sull’Elettra, al comando dell’ufficiale di Marina Achille Lauro, lo scienziato dimorò spesso e volentieri, anche se l’utilizzo essenziale fu quello di uno straordinario laboratorio per esperimenti di radiotelegrafia.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, fu ormeggiata nel porto di Trieste e l’8 settembre furequisita dai tedeschi, che la trasformarono in nave ausiliaria; gli apparati dello scienziato furono recuperati e dati in custodia al Museo del Mare di Trieste.

L’8 gennaio del 1944 fu affondata da un sommergibile alleato al largo di Zara e quattro anni dopo il governo italiano ne chiese la restituzione alla Jugoslavia, che la riconsegnò nel 1960. Il relitto venne rimorchiato a Trieste e poi ormeggiato all’Arsenale di Venezia in attesa di un rispristino che non avvenne; lo yacht fu tagliato in più parti nel 1977 e i resti furono distribuiti nei siti a maggiore valenza marconiana: Pontecchio Marconi, Milano, Trieste, Santa Margherita Ligure, Fucino, Sidney, Venezia, Roma, senza considerare all’epoca che La Spezia vide le prime esperienze di Marconi fin dal 1897.

Grazie all’uso gratuito dei suoi brevetti, l’Arsenale di La Spezia fu infatti sede della nascita delle prime officine italiane di costruzioni radio e di scuole di addestramento del personale.

Allo scienziato e al suo legame con la Marina Militare è dedicato uno dei cinque musei della Forza Armata, la Sala Museale “Contrammiraglio Guglielmo Marconi”.

fonte:www.difesaonline.it