Daily Archives: 15 gennaio 2016

Attenti al falso Chrome: sta colpendo ovunque

C’è un nuovo tipo di “pizzoelettronico”, in gergo ‘ransomware’, che sta prendendo di mira gli internauti italiani fingendo di essere Chrome, il popolare programma di Google per navigare su Internet. Il codice dannoso, che prende in “ostaggio” i file sui computer degli utenti, è stato individuato dalla società Eset.
Secondo i ricercatori di Eset nella prima settimana di gennaio gli internauti italiani sono stati i più colpiti a livello mondiale dalle diverse varianti del ransomware Filecoder, con il 6,35% delle infezioni. Il software, appunto, finge di essere il file necessario a eseguire il browser Chrome di Google.
Intanto il vero Google Chrome è nelle ultime ore al centro di un problema: a causa di una sorta di “bug” (contenuto nelle schede grafiche Nvidia e del sistema operativo OS X di Apple) la navigazione online in incognito non funziona come dovrebbe e riapre l’ultima pagina visitata, un sito porno nel caso dello studente canadese che ha portato alla ribalta la questione. Per questo è stato ribattezzato ‘porno-bug’.
Nel weekend Evan Andersen, studente dell’Università di Toronto, ha visitato un sito porno con Chrome in modalità privata. Dopo ore ha iniziato a giocare con il gioco Diablo III e nel momento in cui ha riaperto il browser si è visto davanti l’ultima pagina visitata, il sito porno, che invece avrebbe dovuto essere cancellata. Il problema, come ha scoperto lo studente, non riguarda Chrome ma le schede video
Nvidia: quando si chiude Chrome queste non cancellano tutta la memoria video.
Nvidia però, scrive il sito Motherboard, ha addossato la colpa a Apple: il bug, spiega un portavoce, riguarda la gestione della memoria nel sistema operativo OS X, quello dei computer Mac.

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Arika, dopo un incidente stradale col fidanzato Hunter, posta su Facebook una foto che ha commosso migliaia di persone

“Tre secondi. Questo è il tempo che abbiamo avuto dal momento in cui la nostra macchina andava fuori strada, sino a quando un camion ha colpito la colonna a 137 km orari. In tre secondi Hunter ha dovuto gestire la situazione. Avrebbe potuto ucciderci o salvarci la vita”.

Uno scatto, postato da Arika Stovall sulla sua pagina Facebook, racconta il momento in cui lei e il ragazzo Hunter si sono rincontrati dopo un incidente stradale con il loro pick-up. Nell’immagine la ragazza sorride tra le braccia del fidanzato, mentre lui le accarezza i capelli, confortandola dopo lo spavento.

 

 

 

 

 

“Si sente in colpa per il dolore che sto provando, ma mi ha salvato la vita. Continua a dire ‘avrei dovuto proteggere te e non l’ho fatto’, ma in realtà ha fatto esattamente il necessario per assicurassi che non morissi”. Era il giorno di Capodanno e la coppia si trovava sulla strada che collega Nashville, in Tennessee a Jacksonville, in Florida. Quando la loro macchina ha iniziato a sbandare Hunter ha tentato con una manovra di limitare i danni. L’impatto è stato comunque forte ed entrambi hanno perso conoscenza.

Quando si sono ritrovati in pronto soccorso, entrambi con il collare ortopedico addosso, Hunter si è alzato dal suo letto per cercare Arika, assicurarsi che stesse bene e far sì che la ragazza sapesse che anche lui era uscito incolume da quella brutta avventura.

“Si è preso cura di me e quando eravamo entrambi sdraiati nei nostri letti. Ha trovato un modo per venire a proteggermi il cuore e darmi un abbraccio. Avevo bisogno di sapere che stava bene”, scrive Arika nel suo stato.

L’incidente si è concluso con solo qualche punto di sutura. E Arika ringrazia il Signore di aver potuto riabbracciare Hunter.

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Cani riescono a riconoscere le emozioni umane. Parola di scienziati

REGNO UNITO ─ Gli scienziati britannici e brasiliani hanno provato che il cane è capace di riconoscere e capire qual è lo stato emotivo degli esseri umani, e anche degli altri cani. Il miglior amico dell’uomo mostra di avere ben più qualità di quello che possiamo pensare.

Osservatori attenti
I cani sono degli attenti osservatori. Secondo quanto infatti emerso dallo studio dei ricercatori dell’Università di Lincoln (Regno Unito) e dell’Università di San Paolo (Brasile), e pubblicato sulla rivista Biology Letters, soltanto osservando le espressioni facciali del padrone, e ascoltando anche il tono di voce, sanno capire cosa sta provando in quel momento e quali emozioni lo animano.

Quasi “umani”
Senza voler affermare che il miglior amico dell’uomo è quasi come lui, si può tuttavia dire che a volte riesce a comprendere meglio il suo proprietario rispetto a quanto magari farebbe un altro essere umano. L’empatia che il cane a volte riesce a creare con il suo amico a «due zampe» è eccezionale. I ricercatori, in questo studio, hanno scoperto che il cane ha la capacità di formare una rappresentazione mentale degli stati emotivi, sia positivi che negativi. E non lo fa soltanto con gli esseri umani, ma anche con i suoi simili.

Elaborare le informazioni
«Il nostro lavoro ─ spiega il dott. Kun Guo, coautore dello studio ─ mostra che i cani hanno la capacità di integrare due diverse fonti di informazioni sensoriali in una percezione coerente delle emozioni, sia degli esseri umani che dei cani. Per fare ciò è necessario un sistema di classificazione interna degli stati emotivi. Questa capacità cognitiva è stata evidenziata finora solo nei primati e la capacità di fare questo tra diverse specie si è vista solo negli esseri umani».

Gli esperimenti
Per arrivare alle loro conclusioni, gli scienziati hanno coinvolto 17 cani a cui hanno mostrato immagini e fatto ascoltare i suoni (parole o latrati) di persone o altri cani che riproducevano emozioni positive e negative. Tra queste, felicità, gioco, ira, aggressività ecc.
Gli esperimenti hanno rivelato che i cani erano più concentrati quando all’immagine era abbinato anche il suono. «Molti proprietari di cani ci segnalano nei loro aneddoti che gli animali domestici sembrano molto sensibili agli umori dei membri della loro «famiglia umana». Il nostro studio è il primo a dimostrare che i cani riconoscono veramente le emozioni negli esseri umani e negli altri cani, senza ricevere alcuna formazione precedente o aver trascorso un periodo di familiarizzazione con i soggetti presentati nelle immagini o negli audio. Una capacità, dunque, che può essere intrinseca», conclude il dott. Daniel Mills, coordinatore della ricerca.

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