Daily Archives: 22 gennaio 2016

Cosenza, Ada Neville: “Mamma sono venuta a cercarti”. La storia della disperata ricerca di una figlia che non ha mai conosciuto sua madre

Ada Neville, nacque a Cosenza alle 4 del mattino del 2 gennaio 1950. Dopo poche ore dalla sua nascita, fu trasferita dall’Ospedale Civile dell’Annunziata al Brefotrofio di Corso Umberto, dove rimase fino all’età di 3 anni,  quando una famiglia siciliana dopo averla adottata la condusse in Sicilia. I genitori adottivi furono con lei molto affettuosi, anche se entrambi scomparvero prematuramente entro i 16 anni di vita della ragazza. Oggi Ada ha 66 anni, ma non si è rassegnata all’idea di vedersi negato il diritto di conoscere il nome della sua mamma biologica. Recentemente si è recata a Cosenza carica di speranze, seguendo gli indizi dei pochi dati a cui è riuscita ad accedere, quali: orario e data di nascita, battesimo nella cappella dello stesso ospedale civile da P.Capp.Gesualdo e il nome della sua madrina,  Erminia Nudi. Non riuscendo a recuperare altre informazioni utili,  ha concretato le sue ricerche a partire da questi dati,  ma l’identità di sua madre è rimasta una pura chimera.  Ada Neville,  descrive come segue il suo viaggio a Cosenza e il suo  disperato tentativo di ritrovare sua madre, tra “barriere burocratiche e mentali” di alcuni impiegati statali

<<Arrivata a Cosenza, sentivo un’area familiare, mi sentivo bene, ma capisco che era solo una mia sensazione essendo vissuta lì solo i primi tre anni della mia vita.
Dopo 62 anni mi trovai davanti a quella scala (adesso ristrutturata) vista sempre in foto dietro il grembiulino a righe, piansi, andai al primo piano con la speranza di poter ricordare qualcosa, di sentire un odore, ma nella mia mente vuoto totale, bussai ad una porta… ufficio di avvocati.
Mi recai nella chiesa di Santa Teresa, ebbi il registro dei battezzati in ospedale, dunque confermato il nome della madrina (morta circa 20 anni fa), rubai velocemente qualche nome di bimbo battezzato in quei giorni, ma nelle ricerche telefoniche ne trovai solo uno, speravo che la sua mamma potesse ricordare qualcosa di una donna che forse era stata vicina di letto,ma la signora morì quando il mio vicino di culla aveva un anno e mezzo.
Confermato il monaco cappuccino che mi aveva battezzata, Padre Gesualdo, ma che non è quello attuale; mi accolse pensando che volessi confessarmi (no comment),ma alla mia domanda venne fuori che non era lui, oggi ha 74 anni.
Visitato anche la cappella dove fui battezzata e mi fu confermato che c’era un altro padre Gesualdo morto anni fa.
Chiusa anche questa speranza.
Con mia grande meraviglia trovai molta disponibilità e cortesia all’anagrafe; io pronta a sfoderare la legge delle adozioni antecedenti al 67, chiesi l’atto integrale di nascita. Lo stesso ufficiale civile mi disse che mi spettava per la legge dei 25 anni che permette l’accesso ad alcuni dati, mi fece la copia del registro, scannerizzata in dimensioni, diciamo, leggibili. Nessuna novità aggiunta, non ci sono nomi di testimoni.
Ora mi chiedo perché lo stesso documento non ho potuto averlo dal comune di adozione quando lo chiesi mesi fa… allora fu come se io stessi chiedendo di entrare nei servizi segreti. Ho giurato a me stessa di tornare da quell’impiegato con l’atto in mano per ringraziarlo “sentitamente”, non gli faccio mangiare il foglio perché non merita qualcosa di mio. Signori impiegati, sapete cosa significa il termine sensibilità?
In 11 giorni di ricerche continue la collaborazione la trovai solo sulla gente comune, nei negozi dove chiesi informazioni, nelle persone alle fermate degli autobus, cercai di attaccar bottone con tutti… tutto poteva tornarmi utile.
Il mio consiglio a chi cerca, non affidatevi a preti e suore… sentirsi battere la mano sulla spalla e aver detto… non preoccuparti, conoscerai tua madre nell’altro mondo… e ancora un altro… l’importante è trovare il regno dei cieli… Poi ci chiediamo perché la gente si allontana dalla chiesa?
Quante chiese, quanti monaci, quante suore… le figlie di Sant’Anna sono state “distribuite” quando l’istituto fu abolito.
Archivio di Stato, molto disponibili, trovai solo un carpettone con i documenti della ricostruzione dell’edificio dell’IPAI in via Zara.
Biblioteca della curia, Biblioteca della Provincia…. Arrivai all’archivio della Provincia…. e qui trovai il muro, la dirigente che immediatamente, senza spostarsi dalla poltrona, mi disse: << non c’è nulla>>. Avevo già avuto informazioni precise, sapevo che in un magazzino esistono alcuni cassettini di legno contenenti le schede dei bambini, i registri con le vettovaglie usate dai bambini e mi venne l’impeto di prenderla a schiaffi, ma ero a Cosenza per cercare, non per farmi arrestare. Ci tornai una seconda volta, stavolta impiantai una bella discussione, minacciando di chiamare la televisione e sputtanare tutti. Chiesi di lasciare una richiesta scritta e pretesi il protocollo. Nel frattempo mi scontrai con un’altra impiegata per la legge che ci riguarda, sempre le stesse cose, i traumi delle mamme che vengono ritrovate dopo tanto tempo…. ma che c….! Ai traumi dei figli non ci pensa nessuno, a ciò che ci portiamo dentro da una vita non importa a nessuno?
Parliamone, facciamoci sentire, c’è ancora oggi scarsissima informazione sull’argomento.
Se io avessi avuto una conoscenza politica, sarebbe bastata una telefonata alla suddetta dirigente per farla smuovere nelle ricerche… ma io l’amicizia politica non ce l’ho… e del resto è giusto che tutti abbiamo gli stessi diritti.
La ciliegina sulla torta… OSPEDALE. Mi ci recai il primo giorno della mia permanenza a Cosenza, ebbi subito lo scontro con la signora dell’archivio, con la quale era nato un “grande amore” già per telefono a Gennaio quando mandai per raccomandata la mia richiesta della cartella clinica con omissis e relativo pagamento per le spese di spedizioni. Cercò di negare di aver ricevuto la richiesta,ma dovette rimangiarsi tutto alla mia presentazione della ricevuta di ritorno. Allora… parli col Direttore Sanitario. Non desideravo di meglio! Promessa di cercare, sapevo che mentiva.
Chiesi il protocollo della mia richiesta, mi dovetti spostare per chilometri(sempre a piedi… e non sono una ragazzina) perché gli uffici non sono in ospedale.
Ritornai più volte chiedendo di aver messo per iscritto il motivo della mancanza della cartella. L’ospedale non possiede una cartella clinica di Ada Neville. Ma perché offendere la nostra intelligenza? Dottore, ma lei ha fatto cercare la cartella con questo nome? Ma stiamo giocando sui sentimenti altrui? Se io sono stata iscritta il giorno 5 al comune, come può trovare una cartella a mio nome? Vi lascio immaginare il seguito.
Al ritorno a casa ricevetti una telefonata dal suddetto dottore che mi comunicò d’aver trovato un verbale dove c’è scritto che i locali del vecchio archivio subirono  un’allagamento e pertanto le cartelle dal 1913 al 1963 non esistono più. “Dottore, ma esistono i registri di ingresso, esistono le visite giornaliere dei medici per i pazienti ricoverati….. chi era ricoverato, chi ha partorito il 2 gennaio 1950 alle ore 4?” La risposta fu: “ma così è complicato cercare”…. No dottore non è difficile, la verità è che vi scoccia a lavorare.>>

A tutte le mamme che hanno abbandonato il proprio figlio e alla sua stessa mamma,  Ada lancia un appello:

<<Spesso si parla di “errori di gioventù”…. un figlio NON È MAI UN ERRORE, non vergognatevi, nessun figlio vi condannerà. C’è chi ha avuto tolto il figlio alla nascita con l’inganno della morte e senza mai dire però dove sarebbe sepolto il figlio, c’è addirittura chi ha trovato la sepoltura vuota, dunque falsa, c’è chi è stata costretta dalla fame, chi costretta dalla vergogna d’esser madre nubile….. Vorrei tanto tranquillizzare tutte queste mamme, qualunque sia stato il motivo, noi vogliamo trovarvi, abbiamo bisogno del vostro sguardo, di una vostra carezza…. dell’odore della vostra pelle…. abbiamo il vostro sangue.
Mammaaaaa io sono pronta ad abbracciarti, dammi un segno>>

Inoltre, rivolge un incoraggiamento anche a tutti coloro che come lei non conoscono la “propria storia”:
<< Sorelline e fratellini, sono tornata sconfitta, ho versato tantissime lacrime, ho fatto tante, tantissime scale, Cosenza vecchia è bellissima, ma tutta in salita, ogni giorno salivo con speranza e scendevo con le lacrime….. ma nonostante le porte sbattute in faccia non mi fermo, sono di nuovo pronta a combattere per il mio diritto…..
Un grosso grazie a tutti voi che siete stati alle mie spalle, a voi che mi avete sostenuta con le telefonate, con i messaggi, con il vostro affetto. Vi voglio bene.>>

Alla sua mamma scrive:
<<Mamma, sono venuta a cercarti, forse lo hai già saputo, chissà, ho seminato, adesso chissà cosa raccoglierò… IO NON MI ARRENDO>>.

 

Perugia, neonata nasce con due dentini: “Succede due/tre volte ogni 10mila”

Un particolare curioso di questa vicenda è rappresentato dal fatto che nello stesso ospedale in cui è avvenuta la nascita della bimba, il Santa Maria della Misericordia, era già nato negli scorsi anni un bambino che presentava la stessa stranezza. E’ stata poi eseguita l’estrazione dei due denti per evitare complicanze. L’intervento con cui è stato estratto uno dei denti si è svolto secondo i tempi prestabiliti e senza alcuna complicazione e adesso la neonata sta bene anche se è tenuta sotto controllo da parte dei sanitari che si sono detti comunque molto soddisfatti per l’esito dell’operazione. Si tratta di un evento piuttosto raro e, a distanza di 24 ore, i medici hanno provveduto a estrarre i due dentini, per motivi di sicurezza della bambina, per evitare il rischio di una eventuale ingestione del materiale dentale e per tutelare la mamma, affinchè non abbia a patire lesioni mammarie nel corso dell’allattamento. E’ in buone condizioni generali.

Data la particolarità del caso che si è presentato loro, i medici hanno deciso di procedere con un consulto presso il dipartimento di chirurgia orale, al seguito del quale si è deciso di procedere con l’estrazione dei due incisivi inferiori.

I dentini sono stati rimossi.

Il caso ha una ricorrenza di 2-3 ogni 10 mila.

La piccola è nata con due incisivi inferiori soprannumerari semi inclusi.

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