Calcio, urla “Finocchio mettila fuori” e viene espulso. Ma era il cognome del giocatore

By | 10 gennaio 2016

Dopo l’approvazione della legge sull’omofobia sta riniziando a circolare una notizia di un paio d’anni fa, riproposta da chi critica l’impostazione della norma. Eravamo nell’aprile del 2011, match di calcio tra le formazioni primavera di Bologna e Parma. A pochi minuti dalla fine un giocatore rossoblu cadeva e l’allenatore urlava a un giocatore del Parma: “Finocchio, mettila fuori!”. L’arbitro, Donati di Ravenna, sentita la frase, espelleva il tecnico. A nulla servirono le proteste e le spiegazioni. L’arbitro rimase irremovibile sulla sua decisione.

Il motivo delle recriminazioni è presto spiegato: l’attaccante gialloblu in possesso del pallone al momento delle urla dell’allenatore avversario si chiamava proprio Finocchio. Francesco Finocchio per l’esattezza. Il mister, Paolo Magnani, non ci stette e nel dopo partita intervistato disse la sua: “Se non lo chiamavo Finocchio come avrei dovuto chiamarlo?”. A salvare Magnani dalla decisione dell’arbitro Donati e dalla squalifica ci pensò il giudice sportivo Battaglia. Rimase invece l’ammonizione con diffida a carico del tecnico del Bologna, “per avere, al 45° del secondo tempo, rivolto all’allenatore della squadra avversaria espressioni irriguardose”.

Dallo spogliatoio del Parma si diede un’altra versione: si affermò che Magnani oltre ad aver litigato con il suo collega, Tiziano De Patre, a lungo derise Finocchio prendendolo di mira per il suo cognome.

Fonte huffingtonpost.it

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