Come aprire una bottiglia con una scarpa

By | 25 gennaio 2016

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Quanto è impegnativo riuscire ad aprire una bottiglia di vino, soprattutto se non si ha a disposizione un cavatappi? I metodi che si mettono in pratica, in casi come questi, sono i più diversi: vale la pena di conoscere i più efficaci, ma anche curiosi, per non farsi trovare impreparati ogni volta che ci si dimentica di avere a portata di mano uno strumento ad hoc.

La tecnica della scarpa è, senza dubbio, la più sorprendente, ma anche quella che funziona meglio: si tratta, semplicemente, di inserire la bottiglia all’interno di una calzatura e poi di sbatterla – in modo non troppo violento – contro una parete o contro qualsiasi altra superficie rigida. Il compito della scarpa è quello di attutire i colpi: dopodiché, il tappo si può aprire grazie al fenomeno della cavitazione, in conseguenza della quale il gas presente all’interno piano piano spinge il tappo fuori dal collo. A quel punto, si completa l’operazione manualmente, visto che il tappo ormai è “smollato”. Una soluzione alternativa a quella offerta dalla scarpa viene dall’asciugamano: il procedimento da seguire è esattamente lo stesso, con i colpi che vengono attutiti senza rischi.

Vi è, poi, il cosiddetto metodo del martello: bisogna inserire nel tappo una vite, per poi estrarla con un martello biforcuto – quello da carpentiere, insomma – proprio come se si stesse rimuovendo un chiodo da una parete, applicando sulla sommità del collo della bottiglia una pressione non troppo eccessiva. Poiché la vite è fermamente piantata nel tappo, nel momento in cui viene sollevata porta con sé il tappo stesso. Se non si possiede un martello – cosa più che legittima, in una cucina – si può fare riferimento, invece, ad una gruccia in metallo: bisogna raddrizzarla in modo che il gancio non sia più a forma di uncino

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Quindi occorre dare vita ad un altro gancio, di dimensioni più piccole, come se si trattasse di un amo da pesca, che deve essere introdotto non nel tappo, ma tra la parte interna del collo della bottiglia e il tappo, in maniera tale che arrivi alla sua parte inferiore. Proprio come se si fosse alle prese con un pesce che ha abboccato all’amo, non resta altro da fare che agganciare il tappo e tirarlo verso l’alto, così da estrarlo.

Se si ha il desiderio di stupire i propri ospiti, si può pensare di stappare una bottiglia di vino anche con una pompa per la bicicletta. Bisogna inserire un ago (del tipo degli aghi che vengono impiegati per gonfiare i palloni) dentro il tappo: quindi, lo si collega con la pompa, si immette aria e, in un batter di ciglia, si stappa. I modi per stappare in assenza di cavatappi, insomma, sono davvero tanti: il più diffuso è quello che prevede di adoperare un coltellino da frutta o un temperino, la cui lama deve entrare nella fessura tra il tappo e il collo della bottiglia: si potrebbe parlare di una tecnica del fulcro, in quanto la bottiglia viene afferrata dal collo e le dita della mano agiscono – appunto – da fulcro. Il principio è lo stesso del procedimento con cui viene usato un accendino per aprire le bottiglie di birra

 

 

Anche un laccio di cuoio può tornare utile alla causa: su uno dei due capi del laccio occorre fare un nodo alla marinara, che poi deve essere spinto all’interno della bottiglia. Per farlo ci si può aiutare con uno strumento appuntito: l’importante è che il nodo giunga fin sotto il tappo.

Ora non c’è altro da fare che avvolgere intorno alla mano il resto del laccio e cominciare a tirare con delicatezza, lentamente, così da tirare fuori il nodo e, di conseguenza, il tappo. Potrebbe capitare, tuttavia, che il nodo scivoli via: in questo caso la soluzione consiste nel realizzarne uno più grande. Insomma, tanti modi per stappare una bottiglia, ma forse quello della scarpa è il più pratico e il meno strano.

fonte qui

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