Pupi Avati: “In Calabria c’è l’Italia che mi piace”

By | 13 dicembre 2015
Lunedì scorso è andato in onda su Rai1 “Le nozze di Laura”, l’ultimo film di Pupi Avati, girato in Calabria, nell’Alto Jonio cosentino, che ha tenuti incollati allo schermo oltre 4 milioni di telespettatori

“Quando sono entrato in quegli agrumeti ho sentito davvero qualcosa di sacro, di antico, di affascinante che difficilmente avrei potuto trovare altrove”. Ha scelto la Calabria Pupi Avati per il suo ultimo film, “Le nozze di Laura”, andato in onda su Rai1 lunedì scorso. Un film che prende spunto dal primo miracolo di Gesù alle nozze di Cana. Qui, però, non si trasforma l’acqua in vino, qui il miracolo è l’incontro di due giovani molto diversi tra loro: Karimu, un africano raccoglitore di agrumi a Rocca Imperiale in provincia di Cosenza, principe nella sua terra in Ciad, e Laura, la figlia del padrone dell’agrumeto, che studia dizione a Roma, dove rimane incinta di un uomo miserevole che l’abbandona subito dopo aver approfittato di lei. Una storia semplice ma che spiazza con un suo Gesù moderno, il cugino di Laura, che va in giro in sidecar con due amici stralunati, i suoi apostoli. In paese lo chiamano “Lui” e lo credono pazzo. “State certi che le sue idee non riusciranno a prevalere, però ha ragione lui”- dichiarerà la madre, una Madonna dei giorni nostri. E c’è anche San Giuseppe, il marito morto, ebanista e autore dell’intarsio delle nozze di Cana sulla testata del letto matrimoniale realizzato per Laura. Insomma una rivisitazione del Vangelo secondo Pupi Avati, che grazie all’aiuto di Ernesto Truncellito, location manager della Duea Film, giovedì scorso abbiamo raggiunto al telefono insieme al fratello Antonio, produttore di tutti i suoi film.
Lei si è definito più volte un musicista fallito. Avrebbe voluto diventare un grande clarinettista jazz. È colpa del caro Lucio Dalla se ha smesso di fare musica. Gliel’ha mai perdonato?
P. A.
Gliel’ho perdonato eccome. Lucio ha scritto le musiche per i miei ultimi due film prima di morire.
È vero che avrebbe voluto gettarlo giù dalla Sagrada Familia?
P. A.
È stato uno scherzo… ero molto invidioso del suo talento. Lui era davvero un musicista straordinario cosa che non ero io.

FONTE:www.larivieraonline.com

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